I prossimi impegni

Il campionato, e men che meno la Champions, non aspettano gli azzurri. Qui non c’è più tempo per mezze misure: o arriva subito una svolta credibile, oppure anche gli obiettivi minimi scivoleranno via, trasformando la stagione in un fallimento tecnico e, inevitabilmente, economico.

Alla ripresa dopo la sosta per le nazionali, il Napoli è chiamato a invertire la rotta e a fare punti.
Il calendario, implacabile, propone in rapida successione l’Atalanta al Maradona, con il nuovo tecnico Palladino smanioso di ben figurare; sempre in casa gli azeri del Qarabag, sorprendente rivelazione europea e poi la trasferta in casa della Roma, inaspettata capolista. A seguire al Maradona il Cagliari per la Coppa Italia (obiettivo da non trascurare), Juventus ancora a Napoli e, infine, il Benfica a Lisbona.

È un ciclo tosto, decisivo, capace di chiarire immediatamente che direzione prenderà la stagione.
Alla fine di questo blocco di gare, nessuno potrà più nascondersi: i numeri diranno se il Napoli è ancora una pretendente o un gruppo smarrito.

Quali uomini e quale disposizione in campo

L’ennesimo infortunio, quello di Anguissa, complica ulteriormente un quadro già fragile. Le soluzioni si assottigliano e Conte si ritrova davanti al problema più evidente: il gol. Il Napoli non segna perché non crea, e questo è un fatto che pesa più di qualsiasi alibi.

Lukaku e De Bruyne rientreranno – in quali condizioni, per età e struttura fisica, tutte da valutare – solo troppo avanti, presumibilmente a febbraio inoltrato.

Elmas, dovrà retrocedere a centrocampo, confermandosi il solito jolly messo a tappare falle ovunque.
Sulla sinistra, spazio obbligato a Lang, mentre tra Politano e Neres servirà finalmente una rotazione che produca un minimo di pericolosità in avanti.

Altro non c’è, al meno di non estrarre dal cilindro una variante tattica, idea – vista la situazione – da non escludere a priori.

A centrocampo la coperta è cortissima, e l’abbondanza di centrali di difesa potrebbe spingere verso una sorta di 3-5-2: con Politano e Spinazzola esterni di centrocampo, e uno tra Lang, Neres o persino McTominay accanto a Højlund, sempre più isolato e frustrato nelle ultime uscite.

A questo punto, l’auspicio è uno solo: che i giorni di pausa trascorsi in famiglia abbiano dato a Conte la lucidità per guardare avanti, aprirsi a soluzioni nuove e accettare che restare fermi sulle proprie convinzioni, oggi, sarebbe il modo più rapido per compromettere il resto della stagione.