La grana chiamata centravanti

La prima uscita stagionale impone accurate riflessioni anche in merito al dovuto completamento della rosa. Manca ormai poco più di una settimana alla fine del calciomercato estivo (i battenti chiuderanno alle 20:00 del primo settembre) e la società azzurra ha ancora troppe caselle da sistemare.

A Castel Volturno si è consapevoli che sarà necessario spendere ancora, nonostante tutti i milioni già impegnati per i primi sette acquisti. La politica del presidente De Laurentiis non contempla spese irragionevoli, investimenti – almeno sulla carta – non redditizi, anche se stavolta i soldi delle cessioni di Kvaratskhelia e Osimhen concedono un minimo di tranquillità.

La tegola dell’infortunio di Lukaku ha stravolto i piani, inutile negarlo. Il Napoli vuole un altro centravanti: il dilemma riguarda la tipologia di profilo da cercare, se un prestito per gestire l’emergenza o un investimento oneroso e valido anche per il futuro. Il nome di Højlund – ancora tutt’altro che scontato e definito – fa propendere fortemente per la seconda ipotesi, considerato anche che Romelu, l’anno prossimo, a 33 anni compiuti e logorato da tante battaglie sempre ai massimi livelli, sarà all’ultimo anno di contratto.

Cos’altro resta da fare

Centravanti prioritario? Sicuramente sì. Ma ci sono anche altre figure che non si possono lasciare scoperte.

Serve un vice Di Lorenzo, inteso come valido supporto, non solo come soluzione d’emergenza. Si chiude l’eterna trattativa con il Siviglia per Juanlu Sánchez, oppure si decide di dare l’opportunità della vita (professionale) a Zanoli?

I quattro centrocampisti partono titolari, ma cosa abbiamo alle loro spalle? Gilmour è adatto a fare il play, ma non ci sono vere alternative alle mezzali. Il giovane Vergara può ritagliarsi un posticino, giocoforza ancora marginale. Che succede quando Anguissa lascerà per due mesi per giocare la fastidiosa e irritante Coppa d’Africa?

Si fa il nome di Elmas, talentuoso e legato alla maglia, ma non basta: servirebbe anche un vero incontrista, dinamico e forte fisicamente. Auspico un nome a sorpresa. Si è parlato di Miretti e Musah, sfumati per le eccessive richieste, mentre il francese Diouf pare sia stato mollato, per poi finire all’Inter. Un prestito alla Billing – tra l’altro fino a ieri ancora alla ricerca di una sistemazione – potrebbe essere una soluzione valida e sostenibile.

Infine, sembra accantonata la casella dell’esterno alto a sinistra, per intenderci quello che, con Noa Lang, non dovrebbe più far rimpiangere il georgiano accasatosi a Parigi. Elmas, casomai arrivasse, può disimpegnarsi anche in quella zona del campo e garantire qualche gol; poi, con l’attuale disposizione tattica, sarà difficile vedere in campo contemporaneamente sia Neres che Lang, che scivolano entrambi a prime alternative.

Pochi giorni ancora: pur nel rispetto delle ferree regole per la composizione degli organici, il Napoli non può permettersi rischi o azzardi. La forza dell’organico, l’importanza e il coefficiente di difficoltà della stagione appena cominciata impongono di non lasciare proprio nulla di incompleto, né intentato.

Occhio alle operazioni last minute: solitamente ghiotte occasioni (tanti esuberi nelle grandi squadre che spingeranno forte per cambiare aria), ma anche il rischio di non concretizzare, di non riuscire a incastrare tutti i pezzi del puzzle nella fretta dettata dal tempo limitato.