Alex Meret – Voto 8

Spesso criticato, sottovalutato, finito più volte nell’occhio del ciclone e segnalato come l’anello debole della squadra. Ma, il portiere friulano ha ripagato tutti con un’ottima stagione, nella quale ha limitato di tanto gli errori. Rispetto a quella del terzo scudetto, in questa è apparso decisamente più protagonista, con alcune partite in cui ha messo una pezza sulla trinofale stagione dei partenopei. Alcuni interventi, come quello su Pontus Almqvist in Napoli-Parma 2-1 o il rigore parato a Santi Gimenez in Napoli-Milan 2-1 possono essere visti anche come decisivi ai fini del risultato finale. Ha anche dimostrato di essere migliorato nell’offrire sicurezza al reparto difensivo, considerato a lungo uno dei suoi principali limiti.

Elia Caprile – Voto 6

Una manciata di partite tra campionato e Coppa Italia, prima di passare al Cagliari in prestito. In queste, ha dimostrato di essere un portiere di ottimo affidamento, ma in lui ha prevalso il desiderio di giocare da titolare e di essere protagonista, spazio che a Napoli non avrebbe trovato. Da qui, la sua partenza.

Simone Scuffet – Voto 6,5

Arrivato nello scambio di prestiti con il Cagliari, ha disputato una sola partita a Bologna. In questa, oltre a conferire una buona sicurezza al reparto, ha compiuto un’importantissima parata su un colpo di testa di Holm nei minuti finali. A posteriori, quest’intervento è da considerarsi un punto fondante di questo tricolore.

Nikita Contini – s.v.

Mai chiamato in causa.

Claudio Turi – s.v.

Anche per lui 0 minuti.

Giovanni Di Lorenzo – Voto 8

La miglior stagione possibile per rispondere alle critiche arrivate in estate. Non bisogna dimenticare che Di Lorenzo è arrivato a disputare quest’annata con etichette pesanti. Il disastroso europeo e la sua volontà di lasciare lo hanno messo in una luce decisamente poco positiva. Poi, l’incontro con Antonio Conte, che da subito ha fatto di lui uno dei suoi alfieri principali. Con meno aspettative rispetto agli scorsi anni, ha ripagato con un’annata condita da 3 gol e 2 assist, oltre che ad ottime prestazioni, venendo impiegato sia da terzino che da braccetto in una difesa a 3. Non avrà replicato la strepitosa annata dello scudetto spallettiano in cui fu ancora più totale, ma ha confermato di essere ancora oggi un elemento importante sia per i partenopei che per la Nazionale. Dove, non ha caso, ha riacquisito credibilità. Tornando a luglio 2024, nessuno avrebbe pensato che le cose potessero andare così.

Amir Rrahmani – Voto 8,5

Il miglior interprete della difesa contiana. È stato proprio Conte a definirlo un robot, e non ha tutti i torti. Da parte sua, sono arrivate 38 partite su 38, saltando solo 14 minuti nel corso di tutta la Serie A. Nel corso di questa stagione, a parte qualche strafalcione come il clamoroso autogol di Como, non ha mai sfigurato, risultando il perno principale della difesa meno battuta d’Europa. Non ruberà l’occhio, ma da parte sua arrivano tanti fatti, risposte. Non a caso, ha saputo districarsi con enorme impegno in due sistemi difensivi molto diversi come quello di Spalletti e di Conte senza mai sfigurare. Neutralizzati tanti clienti eccellenti, insuperabile sulle palle inattive. Merita solamente tanti applausi e più riconoscenza.

Alessandro Buongiorno – Voto 8

Uno dei grandi colpi del mercato partenopeo, fortemente voluto da Conte, da considerarsi il vero sostituto di Kim-min Jae con un anno di ritardo. Il suo impatto con l’azzurro è stato devastante, risultando l’uomo decisivo nei primi mesi contiani. Per intenderci, nel Napoli degli 1-0 è sempre apparso come uno dei migliori in campo. Poi, gli infortuni. Prima uno sfortunata frattura della vertebra in allenamento, successivamente dei problemi muscolari che gli hanno fatto saltare le ultime partite. Nel mezzo, però, è tornato padrone della difesa partenopea, risultando un investimento azzeccato e uno dei perni su cui costruire il futuro. Dominante

Mathias Olivera – Voto 8

Forse, uno degli uomini più contiani della rosa. Sotto la guida del tecnico leccese, è cresciuto molto in fase difensiva, oltre che nella capacità di appoggiare la fase offensiva. Mancano ancora dei tasselli alla sua definitiva consacrazione, ma se continuerà così mancherà davvero poco perché questi arrivino. Anche lui, come Buongiorno, è stato limitato da problemi fisici. Al rientro da questi, l’uruguaiano non ha performato come ai livelli precedenti, ma ha comunque conservato una buona capacità di far bene. Nelle partite finali, è stato schierato da difensore centrale per sopperire agli infortuni di Buongiorno e Juan Jesus, ruolo già ricoperto nell’Uruguay di Bielsa, seppur con principi molto diversi. Tolta la sbavatura di Napoli-Genoa, anche in questa posizione ha confermato di essere un giocatore laborioso e in grado di dare sempre il massimo.

Juan Jesus – Voto 7,5

Alzi la mano chi si sarebbe aspettato questa stagione del brasiliano. Al termine della terribile annata 2023-24, l’ex Roma è finito nell’occhio del ciclone come uno dei principali responsabili dei vari disastri. La sua avventura in azzurro sembrava finita, ma Antonio Conte ha trovato il modo di prolungarla. Intervenuto in sostituzione di Buongiorno quando si è infortunato, ha dimostrato di avere ancora capacità di incidere nel suo ruolo. Tolta qualche sbavatura, ha sempre portato il suo buon lavoro a casa, tra l’altro giocando da titolare in partite pesantissime come Atalanta-Napoli e Napoli-Juventus. Forse inaspettato, ma tanto gradito. Tanti meriti vanno anche a lui.

Pasquale Mazzocchi – Voto 6,5

Ha iniziato questa stagione con i gradi del titolare nel 3-4-2-1, per poi divenire un’alternativa. Un soldatino a disposizione di Conte, in quanto ha ricoperto il ruolo di laterale a tutta fascia, terzino sia a destra che a sinistra, oltre che di ala destra quando ce n’è stato bisogno. Da parte sua, non è mai mancato l’impegno, l’enorme volontà di voler far bene. Gli è mancato qualcosa nella capacità di incidere in maniera decisiva, ma la sua grande dedizione va ripagata.

Leonardo Spinazzola – Voto 7,5

Una stagione a due volti la sua. Arrivato sotto richiesta di Conte, nei primi mesi ha giocato perlopiù in panchina, e in quei pochi spezzoni di gara non è mai apparso in grado di poter dare qualcosa in questa stagione. Poi, una volta sul mercato, è arrivato quel Fiorentina-Napoli in cui ha giocato da ala sinistra nel 4-3-3. Ne è venuta fuori un’ottima prestazione, che lo ha rimesso subito al centro del progetto. Da lì in avanti, è stato impiegato sempre di più, anche complici gli infortuni di Olivera, ed ha dimostrato di essere sempre sul pezzo e di poter far bene grazie ai suoi strappi e alle sue ottime abilità nell’1 contro 1.

Rafa Marin – Voto 6

Arrivato con buone aspettative dal Real Madrid, non ha quasi mai giocato, e in quelle poche gare non ha colpito. Vuoi che sia per poca fiducia o dei limiti, si è ritrovato a giocare una sola partita da titolare e qualche altro scampolo. Ma, in una stagione come questa e in un reparto difensivo solido come quello del Napoli, non si può assegnare un voto negativo, in quanto i gruppi forti sono resi così anche da gente che gioca poco ma tiene alto il livello in allenamento.

André-Frank Zambo Anguissa – Voto 8,5

La stagione della consacrazione definitiva per il camerunense. Iniziata malissimo nel 3-4-2-1 proposto nelle prime uscite, è radicalmente cambiata a seguito di quell’importantissimo gol di Napoli-Parma 2-1, oltre che dal nuovo schema proposto da Conte: il 4-3-3. Sotto questa nuova guida, l’ex Fulham è cresciuto tantissimo dal punto di vista della concentrazione e della continuità, risultando un calciatore migliore rispetto a quello del Napoli spallettiano. A questo importante rendimento in fase di contenimento, ha aggiunto un importante numero di gol e assist. Sono 6 le reti e 4 gli assist, a testimonianza di un calciatore migliorato e capace di incidere non solo quando si tratta di contenere, ma anche davanti. I suoi gol contro Genoa, Juventus e non solo oltre che importanti assist come quello in Milan-Napoli 0-2 sono la fotografia principale di un calciatore che ha inciso tantissimo in questa annata.

Stanislav Lobotka – Voto 8

Un play da calcio barcelloniano messo in mano ad uno dei principali fautori del gioco verticale. Cosa mai potrebbe accadere? Chissà se a qualcuno è rimbalzata in testa questa domanda nei mesi estivi… Un dubbio spazzato via dall’ennesima ottima stagione dello slovacco, un vero e proprio top player del ruolo. Non è un’annata da considerarsi al livello di quella del 2022/23 dove fu determinante, ma è pur sempre una degna stagione, dove ha confermato di essere un giocatore quasi scioccante per come riesce a giocare certi palloni con qualità e dando l’impressione di quello che non sbaglierà mai. Se certe prestazioni sembrano scontate, è perché sono portate avanti da calciatori di livello superiore, come l’ex Celta Vigo.

Scott McTominay – Voto 9

Il leader, il calciatore totale, l’uomo decisivo dello scudetto, McFratm. Lo scozzese, in quest’annata, è stato tutto quel che c’è da considerarsi positivo. Arrivato quasi sul gong del mercato estivo, ha da subito preso le redini del centrocampo con la sua capacità di segnare, fornire assist e offrire fisicità e contenimento. Conte, ha avuto modo di proporlo in più posizioni: prima quasi da seconda punta al fianco di Lukaku, poi da mezz’ala vera e propria in un centrocampo a 3 abbassando il suo raggio d’azione. Infine, da esterno sinistro e da trequartista. In ognuna di queste posizioni, è stato letale, un problema costante per le difese avversarie ed un elemento importante per dare una mano in fase difensiva. Poi, parlano per lui 12 gol e 4 assist, numeri da capogiro per un centrocampista. Ciò che però colpisce di più, è che la metà di questi sono arrivati nei decisivi mesi di aprile e maggio, lì dove questi contano quasi doppio. A riprova del fatto che stiamo parlando di un elemento non solo fortissimo, ma in grado di incidere quando serve, al quale ci si può sempre aggrappare. Nella stagione in cui sembrava più di tutte che il Napoli non avesse top player o elementi scintillanti, ecco che ne è apparso uno, lo scozzese arrivato dal Manchester United.

Billy Gilmour – Voto 7

Arrivato su esplicita richiesta di Antonio Conte dal Brighton, ha passato gran parte della prima parte di stagione in panchina. Tranne per alcuni momenti in cui ha rimpiazzato Lobotka (con alti e bassi). La sua annata è però cambiata a seguito dello stop di Anguissa all’indomani di Napoli-Inter. Nel corso del match del Maradona, Conte lo ha proposto da mezz’ala in supporto ad un Lobotka lasciato più libero. Ruolo che ha ricoperto con grande qualità, guadagnando posizioni all’interno dello scacchiere partenopeo, trasformando la sua stagione. Da lì in avanti, le prestazioni positive sono cresciute, permettendogli di integrarsi nel calcio italiano e di guadagnarsi altre maglie dal primo minuto. Una buona prima annata, che conferma il suo ben noto talento.

Philip Billing – Voto 7

Arrivato in sordina a gennaio dal Bournemouth, di lui si è pensato che avrebbe ricoperto soprattutto degli scampoli di partita. Non sempre ha inciso in questi, ma ha però siglato il più importante gol della stagione azzurra: quello del pari in Napoli-Inter 1-1. Una rete che ha caricato di gioia e consapevolezza l’ambiente, ed ha permesso di non perdere una partita che sembrava maledetta. Fosse arrivata la sconfitta in quel match, probabilmente lo scudetto non sarebbe mai arrivato. Probabilmente, il danese non verrà riscattato, ma questo suo unico lampo lo proietta immediatamente nella storia azzurra.

Michael Folorunsho – s.v.

L’esempio lampante di una gestione errata. Praticamente ceduto ad agosto all’Atalanta, è rimasto più per una serie di casualità che non per altro. Non ha mai trovato feeling e minuti con Conte, finendo per essere ceduto in prestito a gennaio alla Fiorentina.

Luis Hasa – s.v.

0 minuti per lui.

Matteo Politano – Voto 8

Se Lippi aveva Di Livio, il Conte di Napoli ha avuto a disposizione Politano. Questa stagione, ha segnato per l’ex Sassuolo un’evoluzione da ala destra pura a vero e proprio tornante, con la capacità di giocare anche a tutta fascia quando richiesto. Un compito che ha svolto col massimo dell’impegno, lottando fino all’ultimo e correndo per tre in ogni incontro. È anche merito suo se alcuni elementi hanno potuto avere più libertà in fase offensiva. Va anche a lui il merito di aver reso quella azzurra una difesa impenetrabile. È sicuramente apparso di meno sul tabellino dei marcatori rispetto alle scorse annate, ma colmando con un grandissimo lavoro in fase di copertura. Però, da parte sua, sono comunque arrivati dei gol pesantissimi, come quelli in Atalanta-Napoli ed in Napoli-Milan. Una stagione che conferma come sia un elemento estremamente devoto alla causa, e pronto a tutto per farsi notare.

Romelu Lukaku – Voto 8,5

L’uomo per eccellenza di Antonio Conte, da lui fortemente voluto anche a Napoli. Arrivato tra pareri contrastanti dopo tre stagioni non esaltanti e che hanno lasciato pensare ad un calciatore sulla via del tramonto, ha da subito preso le redini dell’attacco azzurro. Non solo come l’assatanato giocatore contiano, in grado di sbattere al vento chiunque provasse a fermarlo, ma come quella del pivot in grado di far salire la squadra e di innescare il potenziale offensivo dei compagni di squadra. In alcune gare è stato sicuramente un fantasma, ma in tante altre è apparso decisivo e un calciatore da temere. In gol contro Juventus, Atalanta, Roma, Milan e Fiorentina per due volte, oltre che nell’ultimo importantissimo Napoli-Cagliari, ha dimostrato un’importante capacità di decidere nei big match, trovando dei gol che hanno costituito la base del tricolore. Solo il suo gol al Genoa non ha poi conseguito una vittoria finale agli azzurri, per dire. In totale, ha siglato 14 gol, un bottino da non sottovalutare in questa Serie A. Meglio di lui hanno fatto solo Retegui, Kean, Lookman e Orsolini, oltre ad avere Marcus Thuram a pari merito alla stessa cifra. Se Lukaku è il calciatore prediletto di Conte, le sue prestazioni sono la fotografia di questo Napoli: non sempre bello, ma tremendamente efficace, soprattutto quando la palla scotta.

David Neres – Voto 7,5

Arrivato ad agosto dal Benfica, ha impattato con una forza clamorosa nell’economia del gioco partenopeo, subentrando e fornendo gol e assist. Confinato poi in panchina, ha trovato più spazio a seguito della partenza di Kvaratskhelia, ma non riuscendo più ad incidere come in avvio di stagione. Inoltre, il brasiliano è stato poi limitato dagli infortuni, suo tallone d’achille, che gli hanno reso molto difficile essere presente negli ultimi mesi. Non una stagione brillantissima, ma in cui non è stato sicuramente fortunato. Ha sicuramente più colpi nel bagagliaio. Da non sottovalutare come Conte lo ha reso un calciatore più partecipe alla fase difensiva, il che lo può rendere un elemento importante per gli anni a venire.

Giacomo Raspadori – Voto 8

Uno degli uomini simbolo del Napoli da febbraio in poi. Inizialmente, ha fatto enorme fatica ad integrarsi nel sistema contiano, avendo modo di aggiungere il suo peso specifico solo in un difficilissimo Napoli-Venezia 1-0, dove ha però giocato da mezz’ala/trequartista. Poi, a seguito dell’infortunio di David Neres, Conte lo ha proposto da seconda punta al fianco di Lukaku. Una vera e propria boccata d’aria fresca per lui. Da qui in avanti, arriveranno 5 gol e tante giocate. Le sue reti in Napoli-Fiorentina, in Lecce-Napoli e il suo assist per McTominay in Monza-Napoli hanno costituito parte della base fondamentale di punti degli azzurri nel girone di ritorno. Un protagonista forse inaspettato dello scudetto se ripensiamo ai primi mesi stagionali, ma pesantissimo sotto ogni punto di vista.

Giovanni Simeone – Voto 6

Una stagione in cui ha giocato soprattutto da gregario ed ha siglato un solo gol in campionato. Ha avuto poche occasioni e opportunità, che non ha mai sfruttato a dovere. Si è fatto però perdonare per l’impegno e la capacità di saper lavorare in pressing e nei palloni sporchi, soprattutto nei minuti finali di partite molto complicate da difendere.

Cyril Ngonge – Voto 6

Forse, dal belga ci si aspettava di più. Al suo arrivo dal Verona si erano create molte aspettative su di lui, che però non sempre ha ripagato. Anche per lui sono arrivati scampoli di partita ed è arrivata poca capacità di farsi notare, se non in un match di Coppa Italia contro il Palermo in cui è addirittura andato in doppietta.

Noah Okafor – s.v.

Arrivato a gennaio in sostituzione di Khvicha Kvaratskhelia, ha giocato pochissimo, senza mai ritrovare la migliore condizione fisica.

Khvicha Kvaratskhelia – Voto 7

Vicende di mercato a parte, merita il suo buon voto per la sua prima parte di stagione. Al netto di tutto, dal georgiano sono arrivati 5 gol e 3 assist oltre ad alcuni lampi di genio, che alla fine dei conti pesano eccome nell’economia del campionato azzurro (pensiamo al rigore di Empoli). Un rendimento che è però calato da novembre in poi, forse per gli avviati discorsi di mercato che lo hanno portato a lasciare il Napoli a gennaio. Tuttavia, al netto di tutto, dal matrimonio con Conte ci si poteva aspettare decisamente di più.

Alessio Zerbin – s.v.

Anche lui ha lasciato la squadra a gennaio in prestito a causa dello scarso utilizzo.

Antonio Conte – Voto 10

Ok i calciatori, il rendimento di una difesa impenetrabile ed un centrocampo che ha portato tantissimi gol, ma il vero artefice numero 1 di questo scudetto è stato lui. È arrivato in una piazza abbattuta da una stagione difficile e l’ha immediatamente ripresa, trasformando un Napoli abituato al calcio offensivo e al dominio del gioco in una formazione operaia, battagliera e in grado di resistere all’impatto degli avversari. Inoltre, ha saputo cambiare più volte sistema, dimostrando di non essere un tecnico dogmatico, ma capace di adattarsi al materiale a disposizione. Dal 3-4-2-1 al 4-3-3, tornando ad un 3-5-2 e chiudendo con un 4-4-2 finale, provando più elementi e adattando quelli a disposizione a più ruoli. Impeccabile dal punto di vista tattico e comportamentale, ha permesso alla piazza partenopea di tornare a sognare fin da subito, conferendo il suo marchio indelebile ad una squadra che ne aveva decisamente bisogno.