Terza amichevole di questo ritiro estivo da Campioni d’Italia e seconda sconfitta per gli azzurri guidati da Antonio Conte.
Chiariamo subito che il risultato, in questo calcio agostano, serve solo per riempire gli almanacchi. Quanto si vede sul terreno di gioco, invece, è fondamentale per valutare il lavoro di queste due prime settimane.
Il Napoli, come mai in passato, ha già completato gran parte dei movimenti di mercato che si era prefisso: mancano solo 2-3 elementi ed è opportuna la pausa di riflessione che la società si è presa in questi ultimi giorni.
Ciò non significa che la squadra che ha giocato stasera all’inizio sia sostanzialmente quella che esordirà in campionato: complice qualche acciacco che si trascina dal finale della passata stagione e la dura preparazione in corso, stasera Conte ha dovuto fare a meno di ben otto calciatori, tra cui spiccano i nomi di Oliveira, Buongiorno e McTominay.
Il Napoli 2025-26 ha un fuoriclasse in rosa, il posto – almeno dall’inizio – per Kevin De Bruyne sarà sempre garantito. Ad oggi Anguissa è l’escluso, con il centrocampo che perde il suo interprete più muscolare e votato al sacrificio.
Conte sta studiando un calcio più offensivo, che faccia del possesso palla e del pressing alto le sue peculiarità. Pensare di aver già metabolizzato movimenti e situazioni di gioco è chiaramente utopistico.
Stasera abbiamo visto una squadra molto offensiva – con Raspadori nel ruolo di mezzala sinistra – poco reattiva nei capovolgimenti di fronte, e sorpresa dalle veloci ripartenze ospiti. Di buono si registrano i miglioramenti di De Bruyne, che comincia prepotentemente a entrare nel vivo di tutte le manovre azzurre, la reazione corale dopo il doppio svantaggio e la tenuta fino al 90′, nonostante gli inevitabili cambi.
Il livello dell’avversario si è notevolmente alzata rispetto alle precedenti uscite: i francesi del Brest sono più avanti nella preparazione, sono gli stessi dell’anno passato nel quale hanno raggiunto un anonimo nono posto in Ligue 1 ma partecipato alla Champions League. Il mattatore della serata, il centravanti Ajorque, non è proprio l’ultimo arrivato: in campionato ha realizzato 13 reti; il fisico imponente – è alto 1,96m – ha messo in difficoltà i centrali azzurri, a caccia di condizione e affiatamento.
Risultato negativo quindi, ma passi avanti nella costruzione del gioco e nella valutazione dei singoli. Nessun allarme, si continua a lavorare in attesa di completare la rosa.