Tante differenze rispetto alla scorsa stagione
Col senno di poi, non dovremmo mai smettere di ringraziare i disastrosi primi sei mesi del 2024.
Il presidente ne ha fatto tesoro, dopo aver constatato sulla propria pelle – e su quella di tutto il popolo azzurro – quanto fossero state clamorosamente sbagliate tutte le scelte estive di mercato e, soprattutto, quelle riguardanti il tecnico, con i fallimenti in serie di Garcia, Mazzarri e Calzona.
A fine torneo ci ritrovammo con un anonimo decimo posto, la peggiore performance di sempre per una squadra campione in carica.
De Laurentiis rifletté a lungo, fece mea culpa (anche pubblicamente) e ripartì alla grande. Dopo aver ingaggiato il miglior allenatore sulla piazza, lo accontentò – seppur con un (giustificabile) ritardo – con giocatori affermati e dal valore indiscusso come Buongiorno, Neres, McTominay, Gilmour e Lukaku.
Il resto lo ricordiamo bene: un percorso incredibile, culminato con il trionfo del 23 maggio scorso.
Dopo la vittoria, altre ambizioni e nuove esigenze
Gli azzurri hanno conquistato il titolo con una rosa forte nei titolari, ma ridotta all’osso nelle alternative.
Conte ha parlato poco di questo durante il campionato, anche per non disturbare il sogno che stava nascendo, ma per proseguire l’avventura ha preteso garanzie chiare.
Finora sono arrivati un fuoriclasse autentico come De Bruyne, e giocatori già fatti e pronti al definitivo salto di qualità come Noa Lang, Lorenzo Lucca e Sam Beukema.
E non è finita: altre operazioni sono in corso e ulteriori tasselli funzionali andranno a breve a completare la rosa.
La società azzurra sta vivendo un periodo di crescita e consapevolezza mai sfiorati in passato. Stabilità economica, professionalità e idee chiare sono i tratti distintivi della creatura di Aurelio De Laurentiis, stavolta davvero pronta a recitare un ruolo da assoluta protagonista.
Operazioni per vincere, ma anche per guardare al futuro
La società sta superando il mito dei campioni affermati, del nome altisonante che da solo alza il tasso tecnico della squadra.
Escluso De Bruyne (campione indiscutibile), gli altri acquisti sono tutti ottimi giocatori che hanno già fatto la loro gavetta, ma che indossano per la prima volta la maglia di un club chiamato a vincere.
Questo approccio sembra in controtendenza con il pensiero dell’allenatore e, a ben vedere, può celare uno scenario promettente per il futuro:
- Conte ha capito che i “ristoranti da 100 euro” sono pochissimi club in Europa. Con i valori attuali dei cartellini, la SSC Napoli non può permettersi operazioni dai 50-60 milioni in su.
- L’allenatore conosce bene la sua capacità di migliorare (anche in tempi brevi) le prestazioni dei suoi uomini e portarli a vette mai raggiunte. Nella prima conferenza dell’anno ha spiegato di non aver mai avuto tanta pazienza nel costruire, proprio per la sua abitudine di cambiare spesso squadra. Il percorso con questa società potrebbe davvero essere lungo e di crescita continua.
- La società lavora per vincere subito, ma sceglie con cura i profili senza spendere cifre eccessive per un singolo giocatore. Inoltre – vista l’età degli acquisti, che va dai 24 anni di Lucca ai 26 di Noa Lang – si riserva la possibilità di future cessioni con robuste plusvalenze, sempre nell’ottica di rafforzare la rosa.
- La richiesta di Conte, rispettata in pieno, è quella di avere due alternative per ruolo, quasi equivalenti. Chiaramente, tra De Bruyne o McTominay e chi li sostituirà ci sarà sempre un gap tecnico, ma in tutti gli altri casi l’allenatore potrà ruotare gli uomini in totale tranquillità, a seconda delle esigenze (stato di forma, avversario da affrontare, squalifiche, infortuni). Questa è senza dubbio la migliore notizia per iniziare la stagione.