Non è mai capitato di cominciare accreditati della vittoria finale
Nella prossima stagione la SSC Napoli dovrà obbligatoriamente recitare un ruolo del tutto inedito nel corso della sua centenaria storia.
Per la prima volta, a meno di improbabili stravolgimenti da qui alla fine della campagna acquisti, gli azzurri inizieranno da principali favoriti per le competizioni nazionali.
Non successe con Diego nessuna delle due volte. Nel primo anno era forte la concorrenza di Juventus e Inter, che partivano con i vantaggi del pronostico; la seconda è quella che più somiglia al trionfo di quest’anno: vittoria da outsider sofferta e sul filo di lana, con il Milan a farla da padrone, forte di un organico di grande qualità ed extralarge.
Non partiva da favorita neppure la squadra di Sarri – quella dei 91 punti del 2017-18 – con i soliti bianconeri più accreditati.
Con Spalletti andava di moda la contestazione – quella che inneggiava all’autostrada A16 per liberarsi del tecnico – prima dei 6 mesi super che scavarono un solco mastodontico tra gli azzurri e le altre.
Infine, tornando ai giorni nostri, ricordiamo perfettamente come e da cosa è partito il lavoro di Conte, giusto un anno fa.
Non si sfugge ai pronostici
È vero che è presto per previsioni ragionate e le informazioni per elaborare discorsi tecnici approfonditi latitano. Da qui al primo settembre tutti i pronostici vanno derubricati a semplici esercizi di fantasia, utili a far sognare il tifoso e a vendere il prodotto.
Però qualche dato di fatto chiaro e inconfutabile è davanti agli occhi di tutti. Proviamo a metterli in fila:
- Innanzitutto il “fattore Conte”, l’uomo del miracolo del primo anno, è pronto a stupire nuovamente, stavolta con una base tecnica di altro spessore e una rinnovata e convinta sinergia con il club.
- I nuovi numerosi acquisti, già effettuati entro il primo giorno di ritiro – altra primizia storica – rappresentano la forza di chi può agire senza speculare o attendere l’occasione e gli eventi favorevoli, e la prepotente voglia di migliorare quanto fatto in precedenza.
- La stagnante situazione economica e il fardello di tante scelte tecniche infelici frenano, ad oggi, le potenzialità delle squadre a strisce verticali, da sempre padrone del banco, ma attualmente scivolate dietro gli azzurri.
La pressione e delle promesse da mantenere
Non è certo comoda la vita di chi parte favorito, non può mai tirarsi indietro ed è sotto gli occhi di tutti. Mai finora lo è stata la società azzurra, nemmeno quando schierava Maradona, il più forte di tutti. Allora, oltre a Diego e qualche (mai tanti) campione in grado di supportarlo, c’era poco altro: rosa ridotta, società esigua e insufficiente per ambizioni e competenze.
Intendiamoci, la posizione di favorita è prestigiosa, ma scomoda. I pronostici favorevoli sono anche tentativi per mettere pressione. Le avversarie avranno sempre alte motivazioni per intralciare quella con lo scudetto sulla maglia.
Da non dimenticare, poi, che gli azzurri nella prossima stagione vivranno una routine completamente diversa dalla precedente. Ci scorderemo la settimana tipo con tutto il tempo per gli allenamenti tattici e lo studio del prossimo avversario.
Il doppio impegno settimanale rappresenta lo stesso shock che si ha da giovani quando si passa dallo studio al lavoro: altri orari, impegni, fatica e, soprattutto, rinunce, a partire dal pomeriggio fisso con la morosa o dal tirar tardi con gli amici.
Giocare la Champions, con l’obbligo di non essere una semplice comparsa, sarà un po’ come quando ci si sposa: si rinuncia alla comfort zone della prelibatezza culinaria e alla camicia sempre stirata della santa mamma di turno, per assumersi responsabilità e oneri importanti, comprese la frequente e a volte incomprensibile luna storta dell’amabile ma petulante consorte. Ci attende quindi una stagione veramente impegnativa, ma che può lanciare definitivamente la squadra azzurra in una dimensione inedita e prestigiosa.
Quali saranno gli obiettivi “ragionevoli”
Nulla andrà trascurato o lasciato al caso: provare a bissare il titolo conquistato lo scorso 23 maggio e disputare una convincente e “lunga” Champions sono obiettivi imprescindibili. Faranno la differenza, nel valutare la stagione che verrà, anche le competizioni “minori”: Coppa e Supercoppa nazionali devono essere obiettivi concreti della squadra forte, quella che non lascia nulla per strada ed è consapevole che vincere aiuta a vincere.
Propositi ambiziosi dunque, ma come ci si arriva? Con le semplici linee guida che Conte ha già avuto modo di ripetere nella sua prima conferenza a Dimaro: umiltà, tanto lavoro e impegno, attaccamento alla maglia e al gruppo. Strada dura e tortuosa, ma collaudata e leale.
E, a tal proposito, il manifesto degli intenti è stato aggiornato dall’allenatore azzurro: adesso è “Amma faticà… cchiù assaje!”.