Il Napoli, grazie ad Aurelio De Laurentiis, ha compiuto una rinascita incredibile, passando dalla Serie C alla vittoria del tricolore in 20 anni. Tutto frutto di progettualità, acquisti azzeccati e plusvalenze da capogiro. A questa società, però è sempre mancata una cosa: rischiare fino in fondo.
Ci ha provato con Carlo Ancellotti, un autentica leggenda del mondo manageriale, con scarsi risultati, a causa di acquisti sbagliati e altri mancati ( inutile citare sempre gli stessi nomi ). Scarsi risultati dovuti da un fatto molto semplice: certi allenatori danno il meglio di se con un certo tipo di calciatori. Antonio Conte si può definire che si trova in mezzo, ha una capacità impressionante di estrarre il massimo da ogni tipo di calciatore, ma allo stesso tempo ha bisogno di un’ossatura forte, anzi fortissima. Il club azzurro ha posto le basi per creare quest’ossatura ( Buongiorno, McTominay, Neres ).
Se, però, il Napoli vuole ambire al massimo, deve rinforzare, puntellare e definire una rosa che ha delle potenzialità importanti. L’allenatore per farlo c’è, lo staff è di primo livello, la disponibilità economica è florida. Manca una sola cosa: la volontà di mettersi in gioco al 101 %, tentare il rischio. Se si vuole diventare grandi in maniera definitiva, questo serve.
Altrimenti si rimarrà sempre bloccati in un limbo.